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Ecoscore italiano per i tessuti: cosa comporta il disegno di legge SNET per i marchi di moda in Europa

In tutta l'Unione Europea, i governi stanno accelerando le misure volte a ridurre l'impatto ambientale e sociale dei beni di consumo, e il settore tessile è al centro di questa trasformazione.

A livello UE, il prossimo passaporto digitale dei prodotti (DPP) richiederà ai marchi di divulgare i dati relativi ai prodotti in termini di materiali, approvvigionamento, durata e gestione a fine vita. Parallelamente, alcuni Stati membri dell'UE, come la Francia, hanno introdotto sistemi di etichettatura ambientale a punteggio unico per i prodotti tessili, progettati per fornire ai consumatori informazioni chiare e comparabili sull'impronta ambientale dell'abbigliamento.

L'Italia sta ora muovendosi nella stessa direzione, ma con un quadro ancora più ambizioso. Il disegno di legge DDL S.1690 del Senato italiano , "Disposizioni per la riduzione dell'impatto ambientale della moda a rapido ricambio e la lotta al fast fashion", istituisce un Sistema Ecoscore nazionale (SNET) che non solo classifica i prodotti da A a E, ma attiva anche conseguenze legali, commerciali e fiscali per i prodotti con prestazioni scadenti.

Questo rende l'Italia uno dei primi paesi al mondo a collegare direttamente un punteggio ambientale alle restrizioni pubblicitarie, alle misure fiscali e all'accesso al mercato.

1. Perché l'Italia sta introducendo un Ecoscore

Secondo il disegno di legge, il fast fashion ha un impatto ambientale, sociale ed economico crescente sull'Italia. Il testo sottolinea:

  • l'enorme volume di capi di abbigliamento a basso costo e di breve durata,
  • il ricambio estremamente rapido dei nuovi riferimenti,
  • le aggressive strategie di marketing digitale che spingono agli acquisti compulsivi,
  • e la crescente presenza di piattaforme di moda ultra-veloce.

Le statistiche sui rifiuti tessili in Italia sono allarmanti:

  • Nel 2019 il settore ha generato 480.000 tonnellate di rifiuti.
  • Il 5-6% di tutti i rifiuti urbani non differenziati è costituito da tessili: oltre 660.000 tonnellate all'anno.

Il disegno di legge evidenzia anche gravi problemi globali: inquinamento da microplastiche, elevate emissioni di gas serra, uso eccessivo di acqua e sfruttamento del lavoro legato alle catene di approvvigionamento dell'ultra-fast fashion.

Obiettivi del disegno di legge (come definiti nel testo giuridico):

  • ridurre l'impatto ambientale
  • proteggere il sistema tessile industriale e artigianale italiano
  • tutelare i consumatori
  • contrastare le importazioni e le pratiche dell'ultra-fast fashion

2. A chi si applica la legge e chi ne è escluso

Il disegno di legge SNET si rivolge principalmente ai marchi e agli operatori che non soddisfano gli standard di sostenibilità dell'UE. Ciò include coloro che non rispettano il Passaporto digitale dei prodotti (DPP), alla responsabilità estesa del produttore (EPR)o altre normative ambientali UE pertinenti.

Esclusi (non interessati dalla legge):

Marchi che operano a prezzi accessibili ma:

  • rispettando la stagionalità,
  • lavorare sulla tracciabilità,
  • utilizzando materiali responsabili,
  • e con scarti di produzione limitati.

Questa distinzione è fondamentale: l'Italia non sta prendendo di mira i "marchi accessibili", ma solo quelli che non soddisfano gli standard minimi di sostenibilità e trasparenza. L'articolo 2, paragrafo 2, limita l'ambito di applicazione ai soggetti che non rispettano i requisiti minimi dell'UE in materia di ambiente e tracciabilità (DPP, REP) e alle entità le cui pratiche corrispondono alla definizione di ultra-fast-fashion.

Ecoscore italiano - A chi si applica la legge e chi ne è escluso

4. Definizioni chiave: Fast Fashion e Ultra Fast Fashion

Per regolamentare efficacemente il settore, il DDL S.1690 introduce due definizioni fondamentali.

Moda veloce

Un modello produttivo e commerciale caratterizzato da:

  • grandi volumi di nuovi riferimenti,
  • rilasciato in cicli molto brevi,
  • incoraggiando il consumo impulsivo.

Moda ultra veloce

Definita come una categoria più estrema, basata su criteri quali:

  • > 5.000 nuovi riferimenti al mese
  • Product rotation < 30 days
  • Nessuna certificazione di tracciabilità o sostenibilità
  • Uso prevalente di materiali sintetici di bassa qualità
  • Nessuna strategia di riparazione, ritiro o riciclaggio
  • Classificazione D o E secondo l'Ecoscore

La definizione è stata concepita per descrivere modelli di business basati su velocità, opacità e design usa e getta.

Ecoscore italiano - Definizioni chiave: Fast Fashion e Ultra Fast Fashion

5. Il Sistema Nazionale di Valutazione Ambientale dei Tessili: SNET

Il fulcro del disegno di legge è la creazione del primo sistema di valutazione ambientale per i prodotti tessili in Italia, il Sistema Nazionale di Ecoscore Tessile (SNET).

Ogni prodotto viene valutato su più dimensioni che vanno oltre le tradizionali preoccupazioni ambientali:

  • Condizioni di produzione e ubicazione
  • Approvvigionamento e composizione dei materiali
  • Impatto ambientale della logistica e della distribuzione
  • Durata e riparabilità
  • Responsabilità sociale lungo la catena di approvvigionamento

Il sistema di valutazione SNET classifica i prodotti da A a E, dove "A" indica il minor impatto ambientale e sociale, "B" e "C" riflettono un impatto moderato, mentre "D" ed "E" rappresentano l'impatto più elevato.

I marchi che dimostrano la trasparenza delle loro catene di approvvigionamento, le certificazioni di sostenibilità, la conformità al DPP e la registrazione EPR possono beneficiare del posizionamento automatico nei livelli superiori, riducendo i loro obblighi normativi e segnalando pratiche responsabili ai consumatori.

Ecoscore italiano - Il sistema nazionale di ecoscore tessile: SNET

6. Divieto di pubblicità per il fast fashion

Una delle misure più significative del disegno di legge entrerà in vigore il 1° gennaio 2026, anche se l'articolo 10 specifica che la legge entrerà formalmente in vigore 60 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

A partire da tale data, sarà vietata qualsiasi pubblicità diretta o indiretta relativa al fast fashion o all'ultra-fast fashion , così come l'uso del termine "gratis" nelle promozioni che incoraggiano il consumo eccessivo.

Le restrizioni si applicano a tutti i media, inclusi televisione, radio, stampa, piattaforme online, contenuti degli influencer, editori digitali e campagne affiliate o sponsorizzate.

Le eccezioni sono limitate ai prodotti classificati A, B o C, o alle iniziative a sostegno dell'economia circolare, come i programmi gratuiti di riparazione, riciclaggio o ritiro. La mancata conformità può comportare multe fino a 100.000 euro.

7. Requisiti di trasparenza e comunicazione

I marchi che promuovono o vendono prodotti di fast fashion online devono rispettare rigorosi obblighi di trasparenza.

I marchi che promuovono o vendono prodotti di fast fashion online sono tenuti a rispettare rigorosi standard di trasparenza. Per i prodotti classificati con D o E, ciò include fornire messaggi chiari di responsabilità ambientale che incoraggino il riutilizzo, la riparazione, il consumo sostenibile e il riciclaggio, nonché indicare il paese di origine accanto al prezzo con uguale visibilità e dimensione dei caratteri.

Le aziende che possono dimostrare la conformità al Digital Product Passport (DPP), ai sistemi EPR o che possiedono certificazioni accreditate possono essere esentate da tali obblighi, a condizione che soddisfino congiuntamente tutti i criteri specificati. Inoltre, qualsiasi messaggio deve rimanere equo e accurato, evitando confusione, affermazioni fuorvianti, stigmatizzazione o trattamento ingiusto dei marchi conformi.

8. Tassa ambientale sui pacchi provenienti da paesi extra UE

L'Italia sta introducendo una tassa ambientale sui pacchi contenenti prodotti tessili di peso inferiore a 2 kg provenienti da paesi extra UE, con un importo compreso tra 2 e 4 euro per pacco (importo finale determinato dal MEF e dal MIMIT). La misura è rivolta ai modelli di business che si basano su micro-spedizioni ad alto volume e basso costo.

9. Cosa significa l'Ecoscore italiano per i marchi

1. Cambiamento normativo

Il disegno di legge italiano S.1690 introduce norme rigorose in materia di sostenibilità e tracciabilità per i marchi di moda, richiedendo trasparenza nelle catene di approvvigionamento, rendicontazione ambientale, comunicazione sui prodotti e conformità pubblicitaria.

2. Rischi di conformità

I marchi che non soddisfano gli standard Ecoscore rischiano divieti pubblicitari, multe, sovrattasse ambientali, perdita di agevolazioni fiscali e potenziali restrizioni all'accesso al mercato.

3. Opportunità strategiche

Investire tempestivamente in una progettazione responsabile e nella trasparenza della catena di approvvigionamento può portare a punteggi Ecoscore più elevati, esenzioni dagli obblighi e una maggiore fiducia da parte dei consumatori.

4. Allineamento competitivo

Il rispetto del quadro normativo italiano posiziona i marchi in modo vantaggioso all'interno delle più ampie tendenze di sostenibilità dell'UE, tra cui DPP, EPR e iniziative di eco-etichettatura, migliorando la competitività e la rilevanza sul mercato.

Ecoscore italiano - Cosa significa l'Ecoscore italiano per i marchi

10. Come Fairly Made può aiutare i marchi a orientarsi nell'Ecoscore italiano

Fairly Made è in una posizione privilegiata per supportare i marchi che si preparano ad adottare il sistema SNET italiano. Con sede in Francia, dove è in vigore un sistema di valutazione della moda , abbiamo partecipato attivamente a diversi gruppi di lavoro sui metodi di calcolo dell'impatto francesi ed europei, acquisendo l'esperienza pratica necessaria per guidare efficacemente i marchi.

Aiutiamo i marchi:

  1. Creiamo tracciabilità a livello di prodotto: mappiamo ogni fase della filiera tessile (materiali, filatura, tessitura, tintura, produzione, logistica) consentendo ai marchi di dimostrare la tracciabilità richiesta per la qualificazione Ecoscore e la conformità DPP.
  2. Raccogliere e strutturare i dati necessari per la valutazione SNET: inclusi luoghi di produzione, composizione dei materiali, informazioni sulla durata, potenziale di riparabilità e condizioni sociali.
  3. Migliora la sostenibilità dei prodotti per ottenere punteggi migliori: forniamo raccomandazioni concrete per aiutare i prodotti a passare dalle categorie D/E alle categorie A/B/C attraverso scelte dei materiali, miglioramenti della catena di approvvigionamento e adeguamenti del design.
  4. Preparare i marchi ai requisiti DPP: poiché l'implementazione di questi sistemi è un fattore chiave per essere automaticamente prequalificati in classi Ecoscore migliori.
  5. Garantire una comunicazione conforme: aiutiamo i marchi a strutturare le pagine dei prodotti online, i messaggi ambientali e le informazioni sull'origine in conformità con l'articolo 4 e le normative future.
  6. Trasforma i vincoli normativi in vantaggi competitivi: un Ecoscore elevato diventa una leva per la visibilità, la fiducia dei consumatori e l'allineamento con l'agenda di sostenibilità italiana ed europea.

L'Ecoscore italiano SNET rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui gli impatti ambientali e sociali influenzeranno il mercato tessile. Collegando le prestazioni di sostenibilità alle autorizzazioni pubblicitarie, alle tasse e ai vantaggi in termini di conformità, l'Italia sta inviando un messaggio chiaro: trasparenza e responsabilità sono ora prerequisiti per l'accesso al mercato.

Fairly Made aiuta i marchi non solo a rispettare questi nuovi obblighi, ma anche a sfruttarli per creare collezioni sostenibili più forti, più resilienti e più affidabili.